lunedì 10 marzo 2014

IL PARLAMENTO EUROPEO COME IL CIMITERO DEGLI ELEFANTI: ECCO CHI PROVERA’ A RICICLARSI

DA DESTRA, CENTRO E SINISTRA, SONO DIVERSI I “TROMBATI” A LIVELLO NAZIONALE CHE CERCHERANNO UNO SCRANNO EUROPEO

Nonostante sia lì che si stabiliscono le fondamenta dell’ordinamento legislativo nazionale, nel Parlamento europeo ci finiscono personaggi televisivi o politici ormai falliti in cerca di collocazione. In vista delle prossime elezioni politiche sono diversi quelli che proveranno a guadagnarsi uno scranno europeo, avendolo ormai perso, forse definitivamente, a livello nazionale. A permetterglielo il fatto che il sistema elettorale europeo sia di tipo proporzionale, sebbene, rispetto al Porcellum con cui abbiamo votato per 8 anni, si possa scegliere il nome del candidato. Ma ovviamente ciò non basta, perché anche se un candidato prende molti voti, dipende sempre da quanti seggi riesce ad accaparrarsi il proprio partito di riferimento. Pertanto, finisce per fungere da semplice “specchietto per le allodole” in favore di qualche candidato impresentabile. Vediamo dunque chi tenterà l’impresa.

QUELLI DI SINISTRA - Chi da tempo guarda fuori dai confini di casa nostra è Massimo D’Alema, costretto al passo indietro giusto un anno fa. Pier Luigi Bersani gli chiese di non ricandidarsi per dimostrare che non servivano le bordate rottamatrici di Matteo Renzi per dar luogo al ricambio generazionale. Il sottinteso era che, con Bersani a Palazzo Chigi, si sarebbero spalancate le porte di un ministero di peso. Forse proprio quelle della Farnesina, come ai tempi del Prodi bis. Poi la “non vittoria” del Pd ha lasciato D’Alema fuori dal Parlamento per la prima volta dal 1987.
Pare che potrebbe essere riciclato pure Antonio Bassolino, ex Sindaco di Napoli e Governatore della Campania. Non a caso da mesi dispensa consigli a de Magistris e a Caldoro su come governare rispettivamente Napoli e la Campania; dimenticando come le ha ridotte in quasi vent’anni di potere. Anche sua moglie, Anna Maria Carloni, ex senatrice nelle file di Ds e Pd, e fatta fuori dal sistema delle Primarie, potrebbe provare a diventare europarlamentare.
E potrebbe avere un’occasione anche Goffredo Bettini, deus ex machina della sinistra romana per un ventennio e scomparso dai radar da tempo. Lo scorso anno Bettini è stato il regista dell’operazione che ha fatto ottenere la fascia tricolore a Ignazio Marino ma pochi mesi dopo la vittoria elettorale il rapporto fra i due è sceso ai minimi termini.

QUELLI DI CENTRO - In cerca di riconferma è invece un altro desaparecido, passato dal centrodestra al centrosinistra (e ritorno): Clemente Mastella. Un anno dopo aver fatto cadere Romano Prodi, Silvio Berlusconi lo ricompensò con una candidatura a Strasburgo sotto le insegne del Pdl. L’ideale, per un signore delle preferenze come lui. Da par suo, l’ex Guardasigilli non deluse le aspettative: raccolse 115 mila voti e nella “sua” Benevento ne prese perfino più del Cavaliere, che allora era premier (23.792 contro 21.512). Ed è di nuovo con Berlusconi, senza filtri né intermediari, che Mastella è in trattativa in questi giorni.
Alla veneranda età di 86 anni non pare intenzionato a rinunciare allo scranno nemmeno Ciriaco De Mita, entrato in Parlamento oltre mezzo secolo fa (era il 1963) e pure lui eurodeputato uscente. Basta ricordare che nel 2008 disse addio al Pd perché Walter Veltroni non lo voleva candidare al Senato. L’ex segretario Dc ci mise un attimo: un colpo di telefono a Pier Ferdinando Casini e subito ottenne un posto in lista. Non venne eletto ma l’anno dopo finì a Strasburgo con 56 mila preferenze. Adesso, in rotta con l’Udc, girano voci che sia intenzionato a tornare nel Pd. O magari finire nel listone centrista, purché venga candidato.
Quasi certa è anche la candidatura di Antonio Di Pietro, affondato dagli scandali in salsa Idv e dall’insuccesso di Rivoluzione civile. L’ex pm, che già da mesi ha manifestato l’intenzione di tornare in pista, ambisce a guidare la lista in tutta Italia, per fare da traino a un partito in stato comatoso e aumentare le possibilità di elezione. In una delle ultime riunioni del partito, però, Di Pietro è finito in minoranza.
Sicura ricandidatura anche per il giornalista “identitario” Magdi Cristiano Allam, che di recente ha detto addio a Casini (che l’ha fatto eleggere nel 2009) ed è passato con Giorgia Meloni.

QUELLI DI DESTRA - Altro nome dato per certo è quello di Claudio Scajola. Da tempo l’ex ministro dello Sviluppo economico, costretto alle dimissioni nel 2010 per la casa al Colosseo acquistata a sua insaputa, sta cercando di tornare in ballo. Adesso che il tribunale di Roma lo ha anche assolto per quella vicenda, Scajola - che in Liguria può contare su un consistente pacchetto di preferenze - è determinato a far valere tutto il suo peso elettorale.
Stando ai rumors, sotto la rediviva fiamma di An potrebbe tentare la fortuna in Europa Gianni Alemanno, ex Sindaco di Roma, attualmente relegato al misero ruolo di consigliere comunale di opposizione in Campidoglio.


(Fonte: L’Espresso)

2 commenti:

  1. così com'è adesso, è la cosa più inutile che esista, e ci vanno i riciclati e i trombati

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