domenica 15 novembre 2009

SPAZZATURA DIFFERENZIATA…DAI MEDIA


In Italia, se c’è una “differenziazione” dei rifiuti che funziona sicuramente, essa è la disparità di trattamento che i Media adottano per trattare i vari casi di emergenza rifiuti diffusi qua e là per l’Italia.
Infatti, se quando l’emergenza rifiuti aveva attanagliato la Campania, soprattutto Napoli e Caserta, i media “ci” hanno fatto letteralmente neri, con TG e quotidiani che tutti i giorni riportavano notizie sui roghi, le manifestazioni (anche violente) dei cittadini che si opponevano all’apertura di qualche discarica (spesso anche a ragione), le fiumane di rifiuti che si trovavano ai lati delle strade, le montagne di rifiuti che si trovavano a ridosso delle abitazioni, e quant’altro, nulla si dice del rischio tracollo che c’è nel Lazio e in Calabria (anche lì qualche rogo e cumulo pure c’è stato), nonché dell’emergenza che da più di un anno è esplosa a Palermo.
Ciò non può altro che significare che tale differente modalità nel trattare l’argomento a seconda delle zone, sia legata all’interesse dei politici di porre a conoscenza alcune situazioni drammatiche, facendo restare taciute altre che lo sono ugualmente. E in questo i principali media, che sappiamo essere fortemente legati ai poteri forti (partiti, massonerie, organizzazioni, lobby economiche) sono un efficace strumento da utilizzare.
Ricordo ancora, con la morte nel cuore, come Rai e Mediaset tutti i giorni trasmettevano immagini sul dramma dei rifiuti a Caserta e Napoli (centro e provincia); dramma esploso “stranamente” tutto d’un colpo durante il Governo Prodi già in difficoltà per la risicata maggioranza cui godeva al Senato, raggiungendo il picco più alto della propria tragicità, ancora stranamente, proprio durante gli ultimi mesi precedenti la sua “caduta” e quelli immediatamente successivi all’insediamento del Governo Berlusconi; poi, miracolosamente, il problema è stato via via risolto (con metodi che lasciano ancora diverse ombre e con ancora qualche cumulo rimasto), con il Cavaliere che ancora si pavoneggia per tale merito. La spallata mediatica ha sicuramente logorato il centro-sinistra locale, nelle figure di Bassolino e Iervolino, anche se non è riuscita ad abbatterli, essendo ancora loro lì al proprio posto (nonostante abbiano colpe anche di altra natura).
Eppure il problema rifiuti in Campania esiste ufficialmente dal 1994 (ma si trascina dietro ancora da molto prima), ed i vari commissari susseguitisi sono stati piazzati lì anche da Governi di centro-destra (cui Premier è stato sempre lo stesso Berlusconi), che hanno in modo indiretto sostenuto così chi ha governato la Regione e il Comune di Napoli per tutto il periodo incriminato. Evidentemente solo a fine 2007 e per la prima metà del 2008, serviva per i motivi prima elencati, far arrivare l’emergenza ad un punto drammatico, nonché serviva un bombardamento mediatico da parte della TV.
Tutto invece tace per quanto riguarda il Lazio, forse perché c’è una buona possibilità che si insedi proprio il centro-destra alla guida della Regione (visto anche il caso Marrazzo, che già di per sé ha logorato il centro-sinistra), e perché al Comune di Roma c’è Alemanno del PdL (quindi un’istituzione è già assicurata nella propria “mano destra”); eppure lì il problema esiste, ma forse è giusto farlo sparire come quello della criminalità (prima delle elezioni comunali 2008, con Veltroni Sindaco, a Roma si parlava di una violenza al giorno commessa da rumeni).

Tutto tace anche in Calabria, Regione che come sappiamo è molto devota al centro-destra.
Ma qui voglio parlare di Palermo come caso eclatante, poiché l’emergenza esplosa lì non è certo così minore rispetto a quella di Napoli e Caserta. Proprio l’altro ieri, sindaci e amministratori di 65 comuni del palermitano sono scesi in piazza nel capoluogo siciliano contro l'emergenza rifiuti; tra i primi ad arrivare davanti alla Presidenza della Regione siciliana, Biagio Sciortino, il Sindaco di Bagheria, paese che sta accusando in modo particolare il grave problema. Per primo ha disposto la chiusura delle scuole per motivi igienico-sanitari, poi seguito da un'altra decina di enti. Al loro fianco il Presidente della Provincia Giovanni Avanti, che ha presieduto la Conferenza dei sindaci del territorio .
L'obiettivo della protesta, spiega Avanti, è concordare con il Governo regionale iniziative e interventi necessari «per scongiurare il pericolo di interruzione di un pubblico servizio e problemi di ordine pubblico e sicurezza sociale determinati dalla grave emergenza rifiuti in tutto il territorio provinciale».
Anche a Palermo c’è l’usanza di appiccare il fuoco ai rifiuti, fenomeno o se vogliamo “sfizio” che pareva essere solo tipicamente napoletano e casertano: a Bagheria, in via Gagliardo, sono stati dati alle fiamme cumuli di rifiuti sparsi per strada; con uno dei tanti incendi che ha danneggiato il portone d'ingresso di un'autocarrozzeria. Da più di un anno a questa parte, si sono visti molti roghi.
Venerdì sera stessa, 82 sindaci del palermitano hanno incontrato il presidente della giunta regionale della Sicilia Raffaele Lombardo per fronteggiare l’emergenza rifiuti.
Uno dei problemi principali è che la discarica di Bellolampo, a Palermo, gestita direttamente dall'Amia, è in credito di 60 milioni di euro per il conferimento dei rifiuti, e non permette più agli autocompattatori del Coinres, il consorzio che si occupa della raccolta dei rifiuti in provincia, di entrare e smaltirla. Le tre società che gestiscono lo smaltimento sono in crisi: l'Amia ha maturato l'anno scorso un debito di 180 milioni di euro e la Guardia di Finanza ha redatto un verbale di 13 milioni di euro di imposte non versate. La Essemme, società satellite che si occupa della pulizia delle strade aveva organizzato un sit in di protesta davanti all'Amia che si è trasformato in un momento di tensione, con feriti e denunciati. Le due società registrano assenze di personale attorno al 60% in questo periodo. Infine la Coinres, il consorzio che nei comuni della provincia si occupa della raccolta, versa da mesi in una profonda crisi finanziaria.

Ma i media non ne devono parlare: la Sicilia è una Regione storicamente strategica per il centro-destra, garantendo loro una marea di voti fin da quando è nata la Repubblica italiana; prima alla DC e all’MSI, poi a Forza Italia e ad Alleanza Nazionale, infine al PdL. Se però prima in quella Regione vi era un partito di destra (MSI) molto forte e anche combattivo in favore della legalità e della giustizia (tanto da essere votato anche dal Giudice Borsellino), oggi sappiamo in quale partito i suoi eredi (AN) sono confluiti e quale fine abbiano fatto.

(Fonti: Corriere della sera, Virgilio.it)

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