lunedì 17 ottobre 2011

EQUITALIA, LO SCAGNOZZO DELLO STATO


DA INIZIO OTTOBRE L’AGENZIA DELLE ENTRATE HA DATO AMPI POTERI ALLA SOCIETA’, CHE PUO’ PERFINO PIGNORARE LA CASA DEL CITTADINO INSOLVENTE

Lo Stato, si sa, da decenni è indebitato fino al collo. E dunque ha sempre bisogno di nuove entrate per sopperire alle spese correnti, da ottenere nei modi più celeri possibili. Peccato però che questa giusta (?) severità e solerzia la imponga soprattutto ai “poveri cristi”, ossia ai cittadini della classe media su cui grava il maggior peso delle entrate fiscali del Paese. Mentre i grandi evasori se la cavano sovente con condoni o multe a tassi d’interesse irrisori (basti pensare al rientro dei capitali tenuti illecitamente all’estero, tassati solo al cinque per cento).
Addetta alla riscossione dei tributi è la tanto temuta Equitalia s.p.a., i cui già ampi poteri sono stati allargati dall’Agenzia delle entrate ad inizio ottobre. Oggi la società può, nel giro di breve tempo, pignorare anche auto e vani.

COS’E’ E COME NASCE EQUITALIA SPA – Come da Statuto, Equitalia spa ha funzioni prevalentemente strategiche, di indirizzo e controllo dell’attività degli agenti della riscossione. Questi ultimi si occupano degli aspetti operativi della riscossione, gestendo gli sportelli e i rapporti con i contribuenti e con gli enti.
Equitalia Servizi supporta gli agenti della riscossione sia come fornitore di soluzioni tecnologiche sia come interfaccia con gli enti. Equitalia Giustizia invece si occupa della riscossione delle spese di giustizia e delle pene pecuniarie conseguenti ai provvedimenti giudiziari passati in giudicato o diventati definitivi dal 1º gennaio 2008.
Equitalia spa nasce nel 2005, sebbene abbia assunto questa denominazione nel 2007. Fino al 30 settembre 2006 la riscossione era affidata in concessione a privati (prevalentemente banche), in numero di circa 40. Il servizio nazionale della riscossione dei tributi è tornato in mano pubblica con la costituzione, mediante apposito decreto, di Riscossione S.p.A., che nel 2007 ha cambiato nome in Equitalia S.p.A.

GLI INCASSI DEL 2010 - Equitalia nel 2010 ha ottenuto 1.29 miliardi di euro di ricavi, di cui 1.22 miliardi derivanti dall'incasso di commissioni (aggi -9% delle somme riscosse-, rimborsi spese di notifica ecc.) sull'attività di riscossione conto terzi.
In questo periodo ha riscosso crediti per 8.87 miliardi di euro, di cui: 4.61 per conto dello Stato, 2.83 conto Inps/Inail, e 1.42 conto Enti non statali (Regioni, Comuni, Consorzi ecc.). I cosiddetti Grandi Debitori (coloro che sono iscritti a ruolo per importi maggiori di 500.000 euro) ammontano a 1.055 unità, da cui nel 2010 Equitalia ha riscosso 1.78 miliardi.

I NUOVI POTERI – Come accennato in precedenza, dal primo ottobre di questo mese Equitalia ha ancora più poteri. Dopo 60 giorni dall'avviso al contribuente, senza muovere un passo, potrà infatti iscrivere ipoteca sull'artigiano considerato infedele (facendo scattare una comunicazione alla centrale rischi delle banche con conseguente chiusura dei fidi); potrà pignorare il suo conto corrente (rendendo impossibile il pagamento di dipendenti e fornitori); avviare i pignoramenti presso terzi (sono i crediti dei clienti, Equitalia ha il potere di arrivare anche lì) e far partire le ganasce fiscali su auto e vani posseduti.
Per effetto delle nuove regole, il "titolo di debito" è immediatamente esecutivo: basta un avviso per considerarti in mora. Non c'è più bisogno di istruire una cartella esattoriale che, ricorsi compresi, portava al saldo dell'eventuale debito entro 15-18 mesi.

L’ABUSO DI POTERE – Peccato però che un tale efficientismo dia anche vita a molte ingiustizie.
Basta dire che in quattro casi su dieci i ricorsi hanno dato ragione al contribuente. Di fronte al ricorso del cittadino, per sei mesi gli agenti della riscossione non potranno avviare pignoramenti, ma potranno ipotecare una casa e bloccare un'auto. Se Equitalia, poi, si convince che c'è "fondato pericolo" di perdere il credito, ha il mandato per fare quello che crede: sequestrare una pensione, mandare un bene all'asta immobiliare. Se il colpito dimostrerà di avere problemi di liquidità - novità della terza e ultima rivisitazione - chiederà a un giudice tributario una sospensiva per fermare l'azione (per 150-180 giorni) oppure aderirà a un concordato (sconto con trattativa).
"Non esiste più diritto alla difesa, devi versare che tu abbia torto o ragione", attacca l'avvocato Alberto Goffi, consigliere regionale Udc del Piemonte, riferimento della rivolta anti-Equitalia. "Si sta colpendo chi ha fatto dichiarazioni fedeli e oggi, a causa della crisi, non è in grado di pagare le tasse. Non puoi impugnare quello che hai dichiarato, è la condanna a morte delle imprese oneste". Pietro Giordano, segretario Adiconsum: "Con questi tassi prossimi all'usura crescerà il debito dei contribuenti, le misure introdotte a luglio vengono vanificate". Già, sull'onda delle sconfitte alle amministrative e le conseguenti urla della Lega ("tutta colpa di Equitalia"), a inizio estate il governo innalzò a 20 mila euro il tetto per l'ipoteca sulla prima casa, pretese due avvisi prima di apporre le ganasce fiscali e allungò a 72 mesi le rate per i debiti. Quindi, per cercare di diminuire il gigantesco contenzioso fermo nelle commissioni di ricorso, l'Agenzia ha avviato un mini-condono per chi aveva contestato. Ieri, però, è stata sguainata l'arma letale: "60 giorni per pagare". A fine mese arriverà il redditometro, quindi il carcere per gli evasori. I dirigenti dell'Agenzia: "Ora possiamo andare avanti spediti, gli esattori punteranno al sodo. Usciamo dall'Ottocento, entriamo nel Duemila".


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