NONOSTANTE LA LORO ETA' E IL LORO PASSATO SI PROPONGONO
ANCORA COME ALTERNATIVE
Nella Cabala napoletana il numero 47 rappresenta ''il morto
che parla''. Nella politica italiana, in questi giorni se ne stanno mettendo in
evidenzia ben tre: Silvio Berlusconi, Massimo D'Alema e Antonio Bassolino.
BERLUSCONI ANCORA LEADER DEL
CENTRODESTRA - Il primo, benché abbia governato 9 degli ultimi 22 anni,
durante i quali ha soprattutto pensato a mettere apposto i propri guai
giudiziari, continua a riproporsi a 79 anni come la novità e il futuro. Certo,
nel centrodestra di grosse alternative non ce ne sono, dato che Salvini e la
Meloni sono bravi soprattutto nel fare comizi in tv. Ma poi, quando si tratta di
''sporcarsi le mani'' in prima persona con ruoli istituzionali, si tirano
indietro. Perché non si sono candidati rispettivamente Sindaci di Milano e
Roma?!
Ciò comunque non giustifica il fatto che Berlusconi sia
ancora lì a imporre i candidati, a non lanciare giovani, a dire cosa bisogna
fare quando lui non lo ha fatto nonostante una maggioranza parlamentare mai
goduta da nessun governo nella storia della Repubblica italiana. Neppure alla
Dc nei tempi d'oro, la quale doveva ricorrere ai voti dei partitini per formare
un esecutivo (repubblicani, liberali, ecc.).
D'ALEMA, CINQUANT'ANNI DI POLITICA E
DIMOSTRARLI - Massimo D'Alema fa politica da cinquant'anni, alcuni dei
quali passati al governo ora da Ministro, ora da Premier. Ha avuto tante
occasioni per contrastare il suo alter ego: il sopracitato Silvio Berlusconi. E
invece ci ha convissuto, ha fatto parte del sistema, lo ha aiutato ad ampliare
il suo impero televisivo. Del resto, l'ex cavaliere gli è servito da
contraltare per farsi credere necessario. Ha sguazzato per decenni nelle
istituzioni a vario titolo, contribuendo assieme a tanti altri alla
degenerazione della politica.
Eppure è ancora lì, pontifica, richiama Renzi che almeno
qualcosa sta facendo, giusta o sbagliata che sia. D'Alema incarna la sinistra
radical chic del finto riformismo. Della banca e martello o falce e sportello. Oggi
dovrebbe farsi da parte, lavorare nelle retrovie, almeno per la sua esperienza.
Ha avuto la sua occasione ma la sprecata. Si faccia da parte, si rassegni a un
ruolo da statua in un museo delle cere.
BASSOLINO SI RIPROPONE NONOSTANTE
TUTTO - Antonio Bassolino vuole ricandidarsi a Sindaco di Napoli, dopo
aver abbandonato la città quasi vent'anni fa proprio in quel ruolo per fare il
Ministro del lavoro. Poi ha fatto per dieci anni il Governatore della Campania,
mandando al collasso la Sanità, contribuendo al disastro ambientale in cui
versa oggi la regione, avallando lo sperpero di milioni di euro di fondi
europei in progetti inutili, che avrebbero invece potuto servire per creare
posti di lavoro veri in una regione con tassi di disoccupazione giovanili
drammatici. Ha partecipato alle primarie, perdendole. Ma non ci sta, si
aggrappa ai soliti puntuali brogli che si verificano ad ogni primarie del
centrosinistra. Forse creerà una lista propria, completando così la
ridicolizzazione della sua persona.
Certo, Valeria Valente come Sindaco di Napoli non mi
entusiasta. Una parlamentare che della città non sa niente, essendo stata
seduta per anni tra gli scranni comodi del Parlamento. Ma è la candidata di
Renzi, sua burattina per mettere le mani anche sulla città partenopea. Se
Bassolino è ridicolo, lei sarebbe pericolosa.
Mi chiedo chi ancora scommette ! cent su questi personaggi inutili.
RispondiElimina71
RispondiEliminaCon che coraggio ancora parla questo.
RispondiEliminaDopo aver letto l' articolo c' è da domandarsi: la politica o meglio i politicanti italioti sono talmente scombinati e malati profondamente da azzeccarbuglismo da giustificare le percentuali a due cifre della gente che si rifiuta di andare a votare.
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