SPESSO LE AMMINISTRAZIONI LOCALI AGISCONO PROPRIO COME
L'ORGANIZZAZIONE ISLAMISTA, CHE DISTRUGGE MONUMENTI IN IRAQ E SIRIA
Noi italiani siamo capaci di indignarci, giustamente, di
fronte alle scene che vedono gli islamisti dell'ISIS distruggere monumenti e
reperti archeologici millenari in quel di Iraq e Siria. Anche se ci sono
sospetti che in più occasioni si tratti di falsi (riproduzioni in gesso) e che
quelli originali siano venduti al mercato nero. Ma tant'è, il danno è
paritetico. Eppure, dovremmo indignarci ugualmente quando le risorse culturali
sono distrutte dal nostro Stato stesso, attraverso opere edilizie discutibili o
vergognosa incuria. Ci da' un nuovo esempio del primo caso il Comune di Torino,
che ha dato l'autorizzazione a costruire un parcheggio sotterraneo nei pressi
della Cittadella, nota a tutti gli studenti italiani per l'episodio eroico di
Pietro Micca (si fece saltare in aria che le truppe francesi penetrassero nella
Cittadella passando per i sotterranei). A sottolineare la gravità dell'opera è l'associazione
Gioventura Piemonteisa.
PERCHE' L'OPERA VA FERMATA -
«I reperti rinvenuti sono di un’importanza capitale e siamo davanti
all’occasione unica di recuperare, studiare ed aprire alla visita centinaia di
metri di passaggi sotterranei della Cittadella di Torino perfettamente
conservati. Sarebbero recuperabili 21 chilometri di gallerie! Un tesoro di
storia, identità e archeologia».
«Ottanta metri della Galleria Magistrale che conduceva al
Pastiss sono stati irrimediabilmente distrutti. La galleria era stata ritrovata
in uno stato di conservazione perfetto, con tanto di scritte del Settecento.
Portata allo scoperto dopo tre secoli, a contatto con l’ambiente esterno si è
in parte sbriciolata da sola dopo poche ore, fra la costernazione degli
archeologi del Museo Pietro Micca, i quali hanno soltanto avuto il tempo di
recuperare parte delle scritte e di salvare almeno i mattoni. L’ultima vittima
della ruspa è in queste ore la mezzaluna Des Invalides, che viene sbriciolata
poco a poco. Intanto la terra continua a restituire reperti cospicui, testimoni
addormentati della nostra storia. Uno scandalo che sta assumendo proporzioni
sempre maggiori e che sta suscitando l’indignazione di migliaia di persone in
Piemonte e all’estero».
(Fonte: Contropiano)
Certo che questi archeologi torinesi hanno la vita difficile! Speriamo che vada meglio a quelli della nostra Campania, intenti a riportare alla luce i "fusti" di cui sono piene le cronache di questi giorni.
RispondiEliminaI "fusti" di atleti?
No, i fusti di veleni, magari trasferiti dal Nord al Sud.