martedì 4 novembre 2014

DAI PALESTINESI UCCISI DA HAMAS AI FAVORI A BERLUSCONI: QUESTO E ALTRO E’ PAOLO GENTILONI, NUOVO MINISTRO DEGLI ESTERI

PRENDE IL POSTO DI FEDERICA MOGHERINI, DIVENTATA MINISTRO DEGLI ESTERI EUROPEO

Il Governo Renzi prende sempre più le sembianze di un bouquet di margherite. Infatti da quella parte politica arriva un nuovo Ministro, Paolo Gentiloni, che andrà a occupare il posto lasciato vuoto da Federica Mogherini agli esteri (quest’ultima, come noto, è stata scelta come Ministro degli esteri europeo). Una scelta che ha destato non poche perplessità per il curriculum del neoministro (anche se in Italia ciò non è una novità), ma anche tanta immancabile ilarità sul web. Del resto il passato di Gentiloni presta bene il fianco…

BIOGRAFIA - Nonostante le sue origini nobili come discendente della famiglia dei conti Gentiloni Silverj e i titoli di Nobile di Filottrano, Nobile di Cingoli e Nobile di Macerata, il suo battesimo politico è avvenuto nel partito di estrema sinistra Unità Proletaria per il comunismo.
In seguito si è avvicinato alla galassia ecologista per poi approdare a Roma nella veste di portavoce di Francesco Rutelli quando era sindaco di Roma. Nella Capitale Gentiloni è stato anche assessore al Giubileo e al Turismo. Nel 2001 è stato eletto deputato con la Margherita di cui era anche il responsabile delle comunicazioni. Dopo le elezioni politiche del 2006 ha confermato il suo seggio alla Camera. Ma il salto di qualità nella sua carriera politica arriva quando Prodi lo nomina Ministro delle Comunicazioni del suo secondo governo.
In questo frangente ha dovuto affrontare la riforma del sistema televisivo per il quale è stato contestato da più parti per decisioni troppo blande che non hanno risolto il famigerato conflitto di interessi. Dopo l'avventura ministeriale, Gentiloni ha tentato di diventare sindaco di Roma, ma alle primarie che hanno coronato Ignazio Marino è arrivato soltanto terzo con il 15 per cento dei voti.
Dopo la batosta rimediata nel 2012 ha iniziato a sostenere l'ala Renziana del Pd che ora lo premia con il ministero degli Esteri. Un po’ come è successo alla Pinotti, accontentata col Ministero della difesa dopo aver perso alle primarie in quel di Genova.

IL TRAVAGLIO PER NOMINARLO POLITICO - La scelta di Gentiloni, oggi membro della Commissione esteri della Camera, oltre Presidente della sezione Italia-Stati Uniti dell’Unione Interparlamentare, è avvenuta alla fine di un percorso complicato. Renzi avrebbe voluto un profilo più tecnico, come l’ambasciatrice Belloni. Napolitano chiedeva un politico, e puntava su Pistelli. Marina Sereni, maestra di Federica Mogherini agli Esteri dei Ds, è stata la candidata fino a poco prima che la partita diventasse vera, e ieri, al Quirinale, la battaglia tra Renzi e Napolitano è stata, in realtà, tra Marta Dassù (ex sottosegretario agli Esteri con Enrico Letta, ma considerata non troppo esperta da Napolitano) e Lapo Pistelli (colui che scoprì Renzi negli anni Novanta affidandogli un ruolo da suo portaborse). Nessuno dei due profili è risultato vincente e alla fine la scelta è ricaduta su quello che è stato considerato da tutti la sintesi migliore: Gentiloni. Primo ministro Pd di questo governo ad essere stato ministro anche in un’altra legislatura. E, anche lui, come molti altri volti che fanno parte direttamente o indirettamente del governo (da Luca Lotti a Filippo Sensi, da Roberto Giachetti a Erasmo De Angelis) ex rutelliano.

COME CAMBIA LA POLITICA ESTERA – Se la Mogherini incarnava un certo tipo di politica estera fedele ai Ds, ossia mantenendo una certa equidistanza tra Israele e la Palestina e tra lAmerica e la Russia, con Gentiloni la Farnesina torna a essere molto più americana e molto più filo israeliana.
Proprio un suo tweet in merito, lanciato a fine agosto, ha già scatenato l’ilarità e lo scetticismo del web. Gentiloni infatti scrisse, tra le altre cose, “le vittime palestinesi di Hamas”. Cominciamo bene…


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