martedì 23 settembre 2014

A BOLOGNA SI CHIEDERA’ AI BARBONI DI PAGARE UN EURO A NOTTE IN DORMITORIO

UNA DECISIONE CHE VIENE DEFINITA “SIMBOLICA E EDUCATIVA” DALLA GIUNTA DI CENTROSINISTRA

Una Bologna così, cinica e disinteressata, Luca Carboni l’aveva già descritta 22 anni fa, nel brano “La mia città”. E chissà pure cosa ne penserebbe Lucio Dalla se fosse ancora vivo, lui che ha decantato la vita da strada nel brano stupendo “Piazza Grande”. La Giunta di centrosinistra, guidata dal Sindaco in quota Pd Virginio Merola (di origini casertane, per il quale la Corte dei Conti ha chiesto quest’anno il processo, a causa di un contratto da capo di gabinetto ad una persona che non è in possesso di laurea necessaria per ricoprire quel ruolo; per un presunto danno erariale di circa 45 000 euro) ha pensato a un altro modo per rimpinguare le casse del Comune. Rifacendosi proprio su quelle persone che un tempo la sinistra decantava di difendere: i poveri e gli emarginati. Nella fattispecie, i barboni (o senzatetto), oggi rinominati clochard in nome di quella ridicola tendenza a usare termini stranieri per rendere meno amara la realtà che vanno a raffigurare.

UN EURO A NOTTE IN DORMITORIO - «Un modo per responsabilizzare gli ospiti, una scelta simbolica ed educativa», dichiarano senza sprezzo del ridicolo dall’assessorato ai servizi sociali, guidato da Amelia Frascaroli, che nella sua biografia espone un lungo curriculum dove brilla il passaggio dall'associazionismo cattolico al PD e infine al furbo Vendola.
Forse proprio dal governatore pugliese viene la capacità di mascherare dietro espressioni gentili e edificanti la più assurda delle imposte: gli «ospiti», saranno «responsabilizzati» e «educati» (e noi vi leggiamo «rieducati», come facevano i comunisti di una volta con i non allineati) grazie a questa «scelta simbolica», cioè esigere che, all’uscita del dormitorio pubblico, saldino il conto giornaliero di un euro. Simbolico un corno: per un barbone un euro risparmiato è un capitale. Sono veramente stupefacenti questi progressisti, che si sono tanto curati che nel linguaggio corrente entrasse la parola «clochard» anziché lo sgradevole «barbone», per poi fregarli meglio.

QUANDO ERA LA SINISTRA A CRITICARE - Quando l’ex sindaco di Bergamo e quello di Gorizia (entrambi di centrodestra), installarono delle panchine con una sbarra in mezzo per impedire ai barboni di bivaccarci sopra, scoppiò una polemica contro l’Intolleranza delle giunte di centrodestra e nessuno osò difendere l’iniziativa parlando di scelta simbolica e educativa, per responsabilizzare gli ospiti che dovevano imparare a sedersi e non a accamparsi, e a Bergamo il nuovo sindaco, Gori, quelle panchine le ha rimosse. A Bologna, invece, dove si chiede l’obolo al barbone per dormire al coperto (e deve pure essere grato, perché, come dicono untuosi i servizi sociali, gli viene data la possibilità di «ripartire e contribuire a rendere migliore il luogo dove vive»), tutto va liscio.

E per rispondere a questa decisione, possiamo prendere in prestito proprio la canzone di Lucio Dalla prima citata: “Lenzuola bianche per coprirci non ne ho, sotto le stelle in Piazza Grande. E se la vita non ha sogni io li ho. E te li do”.


(Fonte: Libero)

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