domenica 9 giugno 2013

NAPOLI E LA GRANDE ILLUSIONE DEGLI ANNI ‘80

LE CANZONI DI PINO DANIELE, LE MAGIE DI MARADONA E I FILM DI MASSIMO TROISI RILANCIARONO LA CITTA’. MA FU SOLO UN’ILLUSIONE

In occasione dei 19 anni dalla scomparsa di Massimo Troisi, ricorsi in questi giorni, mi sono venuti in mente subito gli anni ’80. Un decennio di grandi illusioni per Napoli, come del resto per tutta l’Italia. Le magie di Maradona, le canzoni di Daniele appunto, i film di Massimo Troisi, avevano dato alla città partenopea una nuova luce agli occhi del Paese. Un rilancio, un riscatto orgoglioso della napoletanità dagli anni bui del dopoguerra e dalla finta ripartenza del boom economico. Periodacci che spinsero il grande Eduardo De Filippo a gridare ai giovani napoletani: “fuitevenne!”.

AMICIZIE E COLLABORAZIONI - Le vite dei tre si incrociarono anche. E’ noto infatti che per un periodo Maradona e Massimo Troisi si frequentarono, diventando grandi amici. Sempre riguardo El Pibe de oro, Pino Daniele gli ha dedicato una canzone: Tango della buena suerte, contenuta nell’album Passi d’autore pubblicato nel 2004; inoltre lo ha citato nel brano Un angelo vero, contenuto nel disco Che Dio ti benedica, pubblicato nel 1993. Ma il rapporto più forte fu tra il cantautore e Massimo Troisi. Non a caso Daniele scrisse la colonna sonora del film Le vie del signore sono finite, e il brano Quando, amatissimo dall’attore (tanto da sceglierla come sottofondo della sua segreteria telefonica, un po’ come oggi si fa con le suonerie dei cellulari) e inserito nella colonna sonora del film Pensavo fosse amore invece era un calesse. Ma anche Troisi scrisse una canzone per Pino Daniele: O ssaje comme fa 'o core, inserita nell’album Sotto o’ sole del 1991 (dove troviamo anche Quando).

ILLUSIONI - Ma a parte queste note romantiche e nostalgiche, quella resurrezione fu solo prettamente artistica. Quegli scudetti, quei film, quelle canzoni, funsero da maschera ai problemi reali della città, mai risolti: Camorra, politica ladra, disoccupazione, spazzatura, monumenti in decadenza, disagio sociale. A metà anni ’90 arrivò Bassolino e si riparlò di nuovo Rinascimento per Napoli; ma durò giusto il tempo del primo mandato. Due anni fa è arrivato de Magistris, che ha alimentato un nuovo e insperato entusiasmo nella città, oggi già scematosi. A parte i Grandi eventi, i problemi atavici dell’ex Capitale borbonica restano lì.


Insomma, almeno negli anni ’80 un’illusione c’era e durò circa un decennio. Oggi abbiamo perso anche quella. La nottata non è mai passata.

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