giovedì 11 ottobre 2012

TUTELA DEI MINORI IN TV, URGE CAMBIARE IL CODICE


ISTITUITO DALLA LEGGE GASPARRI 2004, CON RECENTI MODIFICHE, ESPONE I MINORI A PROGRAMMI NON ADATTI IN FASCIA PROTETTA

Facendo zapping su una nota rete televisiva a pagamento, mi sono accorto che su uno dei suoi canali vanno in onda puntualmente dei film Splatter a ora di pranzo; come noto, il sottogenere più violento e disgustoso dei film Horror. Di qui ho deciso di cercare il testo della legge a tutela dei minori nella programmazione televisiva, la quale è inserita nella Legge Gasparri 2004; quel provvedimento che, per intenderci, ha sancito definitivamente il passaggio dalla tv tradizionale a quella digitale.
Nella fattispecie, di tutela dei minori in quanto spettatori si parla nei primi due commi dell’Articolo 10, con un’ulteriore recente “supporto” lo scorso luglio. Il quale però non ha certo migliorato la situazione, coi nostri minori esposti pericolosamente a programmi violenti o a sfondo sessuale. Basta un bollino rosso per tutta la durata del film e il minore è tutelato. Ma vediamo il testo.


LA LEGGE GASPARRI – Ecco cosa dicono i primi due commi della suddetta legge:
1. Fermo restando il rispetto delle norme comunitarie e nazionali vigenti a tutela dei minori e
in particolare delle norme contenute nell'articolo 8, comma 1, e nell'articolo 15, comma 10,
della legge 6 agosto 1990, n. 223, le emittenti televisive devono osservare le disposizioni per
la tutela dei minori previste dal Codice di autoregolamentazione TV e minori approvato il 29
novembre 2002. Eventuali integrazioni, modifiche o adozione di nuovi documenti di
autoregolamentazione sono recepiti con decreto del Ministro delle comunicazioni, emanato ai
sensi dell'articolo 17, comma 3, della legge 23 agosto 1988, n. 400, previo parere della
Commissione parlamentare di cui alla legge 23 dicembre 1997, n. 451. 
2. Le emittenti televisive sono altresi' tenute a garantire, anche secondo quanto stabilito nel
Codice di cui al comma 1, l'applicazione di specifiche misure a tutela dei minori nella fascia
oraria di programmazione dalle ore 16,00 alle ore 19,00 e all'interno dei programmi
direttamente rivolti ai minori, con particolare riguardo ai messaggi pubblicitari, alle promozioni
e ad ogni altra forma di comunicazione commerciale e pubblicitaria. Specifiche misure devono
essere osservate nelle trasmissioni di commento degli avvenimenti sportivi, in particolare
calcistici, anche al fine di contribuire alla diffusione tra i giovani dei valori di una competizione
sportiva leale e rispettosa dell'avversario, per prevenire fenomeni di violenza legati allo
svolgimento di manifestazioni sportive. 

IL (FINTO) RAFFORZO DI LUGLIO – Lo scorso luglio il Ministero dello Sviluppo economico rende noto, tra le altre cose, quanto segue: “La nuova normativa proibisce infatti la messa in onda di film classificati come “vietati ai minori di 18 anni” e di programmi considerati gravemente nocivi dello sviluppo psicofisico dei minori (che potranno invece essere fruiti solo ed esclusivamente mediante servizi a richiesta dell’utente, purché dotati delle necessarie tutele, quali il parental control e il servizio di avvertenza tramite bollino rosso).
I film vietati ai minori di 14 anni e tutti gli altri programmi comunque nocivi dello sviluppo psicofisico dei telespettatori più piccoli potranno andare in onda solo fra le 23.00 e le 7.00 del mattino, oppure con l’uso obbligatorio di un parental control. In entrambi i casi dovrà sempre essere presente l’apposita avvertenza televisiva (bollino rosso)”.

I PUNTI CRITICI – E’ vero che finalmente si stabilisce che sono vietati i programmi nocivi, è positivo che finalmente il cosiddetto “bollino rosso” non venga messo all’inizio e basta, ma rimane visibile per tutta la durata della trasmissione; ma poi dalla finestra, si fa rientrare quello che era uscito dal portone. Questo perché si consente la messa in onda di programmi - anche molto nocivi, vietati ai minori di 14 anni - con un artificio un po’ farisaico, un po’ ambiguo, molto ipocrita, ovvero: “L’utente ha la possibilità con un accorgimento elettronico, una sorta di parental control, di evitare la trasmissione”. In questo modo, le emittenti si mettono “la coscienza a posto”, ma purtroppo, non è così che si tutelano i minori. I grandi quotidiani - secondo me senza nemmeno conoscere il problema - hanno titolato all’unisono “Giro di vite”. Ma è assolutamente falso, assolutamente ipocrita.
I genitori dovrebbero attivare il parental control. La scelta ricadrebbe dunque sulle singole famiglie, ammesso che queste sappiano o abbiano voglia di far funzionare il filtro elettronico; devono avere una vigilanza, ma non è accettabile che la responsabilità venga scaricata su di loro. Questi programmi non vanno proprio trasmessi. C’è da dire poi che a proposito del parental control, secondo esperti, in Italia la tecnologia non è ancora adeguata a consentire un filtraggio efficace.
Certo, ma anche se fosse efficace, quando una cosa è vietata, lo deve essere di giorno e di notte.

I PROBABILI INTERESSI IN GIOCO - Purtroppo, ci sono interesse economici delle emittenti che con film e questi spettacoli vietati tentano di aumentare gli ascolti. La vera causa sono gli interessi delle emittenti che hanno imposto la loro forza al governo; il quale ha perso un’altra occasione per allontanarsi dai poteri forti e avvicinarsi agli interessi dei cittadini.

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