giovedì 18 ottobre 2012

ALITALIA CI RISIAMO, IN ARRIVO NUOVI TAGLI


LA CREAZIONE DELLA SOCIETA’ CAI 4 ANNI FA, NON HA RISOLTO I PROBLEMI DELLA COMPAGNIA DI BANDIERA

Alitalia rischia di nuovo di precipitare e minaccia nuovi tagli al personale, quantificati in ben 690 unità. La nuova riduzione del personale, secondo quanto riportano fonti sindacali, colpirà  300 assistenti di volo, 300 dipendenti di terra e 90 addetti alla manutenzione. Alcuni tagli furono già eseguiti nel 2008 (Piano Fenice), con la promessa di un riassorbimento o un accompagnamento alla pensione mai verificatisi. A questi tagli vanno aggiunti quelli previsti dal 2011, ben 4200.


IL NUOVO PIANO DEL CAI - Col nuovo piano del Cai sono così in arrivo altre riduzioni: 4200 come detto, tra piloti, assistenti di volo, addetti al check-in e al carico e scarico bagagli (il cosiddetto handling) per i quali “il rapporto di lavoro (con la ex compagnia di bandiera, ndr) – si legge nella lettera inviata il 30 settembre 2011, dai tre commissari straordinari succeduti ad Augusto Fantozzi – è da intendersi risolto alla data del 13 ottobre 2012”. Per loro dunque scattano adesso le procedure di mobilità: il preludio alla conclusione del rapporto di lavoro. “Dall’incontro con i rappresentanti dei lavoratori è stato escluso  l’Usb Trasporto aereo, “che rappresenta il 5% dei lavoratori Alitalia”, spiega il segretario nazionale Usb Andrea Cavola,  ”ma prima dell’azzeramento – sottolinea- quando ci vennero cioè tolti i diritti sindacali, ripresi da meno di 8 mesi, avevamo oltre 2000 iscritti, risultando così essere il secondo sindacato in Alitalia”. L’esclusione, ha commentato Cavola, dimostra che “Alitalia è come la Fiat: si sceglie i sindacati lasciando fuori quelli più scomodi”.

IL FALLIMENTO DELLA PRIVATIZZAZIONE - “Le conseguenze della privatizzazione e del passaggio a Cai sono sotto gli occhi di tutti”, dice il deputato e capogruppo Pd in commissione Trasporti alla Camera, Michele Meta. “Ancora oggi – ha aggiunto – ci troviamo a fare i conti con una compagnia in grave difficoltà, come hanno ammesso gli stessi vertici della società, e con il dramma di migliaia di lavoratori sull’orlo del baratro. Se si fossero legate le sorti dell’ex Alitalia ad un vettore internazionale avremmo resistito meglio alla crisi del settore aereo, presente ovunque ma drammatica in Italia. Avremmo inoltre garantito ben altre prospettive anche per quei 4500 cassintegrati Alitalia che sono stati abbandonati al loro destino”.

Dunque i problemi di Alitalia non furono certo risolti con il commissariamento presentato in pompa magna quattro anni fa. Col nuovo piano di esuberi arriviamo a oltre 5mila dipendenti messi fuori in 4 anni. La nostra compagnia di bandiera è avviata da anni a un lento declino e molto probabilmente si schianterà del tutto come accaduto alla spagnola Spanair. Il piano Cai è servito solo a dare un lauto stipendio ai commissari chiamati alla sua gestione straordinaria.

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