mercoledì 24 agosto 2011

LA CASTA NON E’ SOLO A ROMA. IL CASO DELLA REGIONE SICILIA E CAMPANIA


LA REGIONE SICILIA GODE DI UN MENÙ ANCOR PIÙ SCONTATO DI QUELLO DEI PARLAMENTARI, MENTRE I LORO COLLEGHI CAMPANI ANNUNCIANO BATTAGLIA PER I TAGLI PREVISTI AL LORO CONSIDEREVOLE STIPENDIO

Il termine Casta riferito alla politica è associato convenzionalmente ai privilegi di cui godono i nostri parlamentari. Ma ci sono altre Caste politiche sparse per l’Italia, ossia quelle degli enti locali. Nella fattispecie, la Casta delle assise regionali. Di seguito riportiamo due esempi: la Regione Sicilia e la Regione Campania.

IL MENU’ DELLA REGIONE SICILIA – Come riporta Il Giornale, i consiglieri regionali siciliani – che si fregiano del titolo di deputati – se la passano ancor meglio dei loro omologhi romani. Almeno per quanto riguarda i costo del pranzo. Sì, perché mentre al Senato un pasto completo costa 13 euro, a Palazzo dei Normanni un pranzo tipo, bevande e buvette incluse, costa solo 9 euro. Facciamo qualche esempio specifico. Un antipasto costa 1 euro e 21 centesimi, un piatto di spaghetti alle vongole 1 euro e 85 centesimi. Sale un po’ il secondo di pesce fresco, 2 euro e 78 centesimi per una fritturina di triglie. Ed ancora, 93 centesimi un contorno, un euro e 13 centesimi la macedonia, e per digerire il tutto un caffè, 36 centesimi. Paradosso nel paradosso, sino al 2010 mangiare alla buvette del Parlamento siciliano costava un po’ di più. È da gennaio,in coincidenza con i primi tagli agli stipendi dei parlamentari regionali, che il listino prezzi della buvette è stato rivisto al ribasso causa cambio di gestore del servizio. E così il caffè, che a 40 centesimi (contro i 50 centesimi della buvette del Senato, e gli almeno 80 di un qualunque bar) già era regalato, è sceso addirittura a 36 centesimi.

CONSIGLIERI REGIONALI CAMPANI SUL PIEDE DI GUERRA – Veniamo ai loro omologhi campani. Qui i consiglieri regionali percepivano ben 10mila euro, ma come riporta Il Mattino, a fronte delle misure previste nella manovra del marzo scorso e di una riduzione del 10% già partita in primavera in seguito a una sentenza della Corte costituzionale del novembre 2010, gli esponenti dell’assemblea campana si troveranno in busta paga 2 mila euro in meno nel giro di pochi mesi. Passando a 8mila euro netti al mese. Loro non ci stanno e annunciano battaglia. Una battaglia che sarebbe a dir poco vergognosa se si considera che la Regione che loro rappresentano (non sempre in modo degno), è tra le prime per tasso di disoccupazione e disagio sociale in generale.


(Fonti: Il GiornaleIl Mattino)

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